by Maurizio "Rambo" Mora
Ci sono gare che ti vien voglia di
correrle fin da quando ne vedi il volantino,magari anche mesi
prima.La Mozzafiato Sky Race di Cannobio è una di queste.Il video di
presentazione l’ho riguardato un sacco di volte ed ogni volta la
voglia di esserci aumentava.
Domenica il gran giorno è arrivato ed
insieme al Maurone mi reco a Cannobio.Ritiriamo i pettorali e
facciamo un tranquillo riscaldamento.Tanti i varesotti presenti:
Marco Zarantonello e Gilda,Dal Ferro,Pegorin,Mimmo ed altri.
Il cielo è coperto da nubi innocue e
tutti speriamo che restino lì ad attenuare il calore del sole.
Alle 8 puntuali partiamo.Il primo km
pianeggiante ed asfaltato sgrana il gruppo dei 170 temerari in corsa
sui 22 km e 2273 metri di dislivello + del percorso.In testa si
avvantaggia subito il drappello dei “marziani”che si giocheranno
la vittoria.Non li guardo neppure e penso ad impostare il mio passo
regolare,che spero di saper tenere fino al traguardo.Mauro è vicino
a me,dunque sto facendo la cosa giusta.Ben presto iniziano la salita
ed il sentiero che conduce al monte Giove,la prima vetta da
raggiungere a quota 1298 m.Maurone si mette in testa a dettare il
ritmo e ben prima della cima siamo rimasti solo noi due.Breve
discesa,rapida sosta al ristoro e riprendiamo a salire verso il
Faierone.Le pendenze si fanno importanti,in diversi tratti
impressionanti e la vegetazione cambia con il salire di quota.Davanti
a noi compare un concorrente a cui ci stiamo inesorabilmente
avvicinando ed il morale sale.Intanto entriamo nelle nubi.La
visibilità cala,ma la temperatura è l’ideale per salire.Mauro
supera il podista di prima,mentre io mi accodo prima della vetta del
Faierone a quota 1707.Ma non appena inizia la discesa questo si
trasforma in camoscio e ci stacca di brutto.Va bè.Torniamo a salire
ed il sentiero si fa molto tecnico tanto che in diversi punti vi sono
corde che aiutano la salita,anzi ormai la scalata.Numerosissimi i
volontari che ci indicano la via migliore e dall’accento capisco
che siamo in Svizzera.Improvvisamente,tra una roccetta e l’altra
vedo in un anfratto un gregge di pecore.Sono tutte immobili e tutte
mi fissano con uno sguardo tipo mucca che guarda passare il
treno.Dopo un attimo di perplessità riparto.Riprendiamo e stacchiamo
entrambi il tipo di prima.Finalmente ecco la vetta del Limidario a
quota 2189.Il più è fatto,ma al traguardo mancano ancora più di 7
km di discesa e per ora si tratta di discesa assai tecnica.In breve
alle mie spalle sento i passi del camoscio che mi ripassa con
facilità impressionante.Tento di tenerne il passo copiandone le
traiettorie,ma rischio solo di cadere,cosa che su questo terreno non
deve essere affatto piacevole.Lo vedo raggiungere il Maurone,poi
entrambi spariscono nella nebbia.Scendo tra ripidi prati per poi
percorrere una mulattiera molto “corribile”.Le gambe sono al
limite,ma tengo il ritmo migliore che posso per evitare
sorprese.Finalmente ecco l’alpeggio dei monti di Olzeno,dove è
posto l’arrivo.Percorro il tortuoso labirinto tra le baite e taglio
il traguardo in nona posizione dopo 2 ore e 50 minuti circa di
fatica.Appena arrivato si diffondono le note di Hotel California
degli Eagles : segni del destino.Al ristoro trovo subito il
Maurone,giunto 8° ed il camoscio,che risponde al nome di Volpone
Ivan di Bognanco.Ha vinto Damiano Lenzi (gs Esercito) davanti al
valdostano Denis Brunod.Dopo doccia,pranzo e premiazioni torniamo
verso casa,ma il ritorno sarà molto più avventuroso di quanto si
possa immaginare.Infatti i monti di Olzeno sono collegati al mondo da
una stradina impervia,strettissima ed a strapiombo,tipo Ande
peruviane,che percorreremo nel baule di un fuoristrada.Degna
conclusione di una giornata avventurosa !
In conclusione è stata un’esperienza
bellissima,da ripetere.Ottimo livello organizzativo,percorso
splendido e perfettamente segnalato e presidiato.Le nubi in quota ci
avranno negato la vista mozzafiato,ma ci ha pensato il Limidario a
mozzarci il fiato.
Ciao a tutti.
Maurizio.
Fortissimi!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaIAUUUUUUUUUUUUUUUUUUU