Ci sono giorni in cui il podismo diventa leggenda, diventa qualcosa di più di un semplice divertimento, raggiunge l’apice, quasi una visione mistica, il senso di esistere… e così, la sera di lunedì 2 agosto 2010, si è consumata una delle più importanti pagine di storia del nostro tempo, un avvenimento epocale, che sarà ricordato e tramandato nei secoli dei secoli, da padre a figlio e per le generazioni future…
La partenza di questa incredibile avventura è avvenuta sull’imbrunire: non c’è un orario preciso, c’è chi dice le 19.30, chi addirittura le 20.15; sta di fatto che la partenza è avvenuta con un cielo plumbeo, coperto da nubi minacciose.
Il primo tratto, di puro scorrimento, passando lo stadio e la vidoletti per approdare a Sant’Ambrogio e alla salita del Robarello.
Attraversata la provinciale della Rasa, una seconda asperità tra le vie Adige e Prima Cappella, per arrivare alla temutissima via Oronco: qui il terzetto di podisti incitati da Maurone prova il primo scatto, proprio sulla parte più dura, la salita di via Conventino…e proprio qui iniziano a cadere le prime gocce di pioggia, che si mischiano al sudore e rotolano giù per la valle….
Effettuata la tormentata salità e sbucati sulla via del Santuario, per rendere memorabile l’impresa, si decide si effettuare l’ascesa sulla strada delle cappelle: giunti al dipinto del Gottuso inizia a piovere, una pioggia lieve che nel tratto tra la seconda e la terza cappella si fa sempre più insistente…
Curva a destra e si arriva sul tratto più inpegnativo per arrivare alla quarta cappella: il Maurone scatta, seguito a ruota ed a fatica dal Soxj, Jamba e il Luminoso: i tre non si scoraggiano, stringono i denti e contengono lo svantaggio proprio quando si abbatte il diluvio….
La salita si fa durissima, il terreno è scivolosissimo ed insidioso: i quattro vengono incitati a gran voce dai pellegrini che sostano nelle cappelle, per ripararsi dal temporale, ma le loro urla sono dei semplici fruscii sotto l’incessante e martellante accumulo d’acqua che si riversa sopra le loro teste….
Arrivati in cima al Sacro Monte si prosegue per arrivare al Furgone, ma i quattro, guardandosi negli occhi, proseguono, scacciando dalla mente il richiamo del rifornimento e del caldo riparo dell’abitacolo ed addentrandosi nel bosco…
La partenza di questa incredibile avventura è avvenuta sull’imbrunire: non c’è un orario preciso, c’è chi dice le 19.30, chi addirittura le 20.15; sta di fatto che la partenza è avvenuta con un cielo plumbeo, coperto da nubi minacciose.
Il primo tratto, di puro scorrimento, passando lo stadio e la vidoletti per approdare a Sant’Ambrogio e alla salita del Robarello.
Attraversata la provinciale della Rasa, una seconda asperità tra le vie Adige e Prima Cappella, per arrivare alla temutissima via Oronco: qui il terzetto di podisti incitati da Maurone prova il primo scatto, proprio sulla parte più dura, la salita di via Conventino…e proprio qui iniziano a cadere le prime gocce di pioggia, che si mischiano al sudore e rotolano giù per la valle….
Effettuata la tormentata salità e sbucati sulla via del Santuario, per rendere memorabile l’impresa, si decide si effettuare l’ascesa sulla strada delle cappelle: giunti al dipinto del Gottuso inizia a piovere, una pioggia lieve che nel tratto tra la seconda e la terza cappella si fa sempre più insistente…
Curva a destra e si arriva sul tratto più inpegnativo per arrivare alla quarta cappella: il Maurone scatta, seguito a ruota ed a fatica dal Soxj, Jamba e il Luminoso: i tre non si scoraggiano, stringono i denti e contengono lo svantaggio proprio quando si abbatte il diluvio….
La salita si fa durissima, il terreno è scivolosissimo ed insidioso: i quattro vengono incitati a gran voce dai pellegrini che sostano nelle cappelle, per ripararsi dal temporale, ma le loro urla sono dei semplici fruscii sotto l’incessante e martellante accumulo d’acqua che si riversa sopra le loro teste….
Arrivati in cima al Sacro Monte si prosegue per arrivare al Furgone, ma i quattro, guardandosi negli occhi, proseguono, scacciando dalla mente il richiamo del rifornimento e del caldo riparo dell’abitacolo ed addentrandosi nel bosco…
MAURONE - JAMBA |
Qui riparati dalle piante, si aumenta ancora una volta l’andatura, ma ora a preoccupare gli eroi è il buio: sbucati finalmete sulla strada asfaltata, il Maurone pianta giù una nuova rasoiata che spacca le gambe ma i tre inseguitori, incredibilmente riescono a reagire ed il diluvio si trasforma ora in tempesta….
La pioggia, passando tra gli alberi, si trasforma in gocce enormi, la strada è dissestata e piena di pericoli, tra buche colme d’acqua, rami spezzati e rivoli d’acqua che si trasformano nei tornanti in veri e propri torrenti; la visibilità ormai è ridotta al lumicino e i quattro si stringono in un gruppetto per cercare di rimanere sul percorso che ormai è diventato tuttuno con il bosco circostante….
Anche il freddo ora comincia a farsi sentire, ma proprio quando ormai le forze stavano per abbandonare i quattro intrepidi avventurieri, da lontano si scorgono due piccoli puntini luminosi, che man mano si ingrandiscono, fino a rischiarare i loro volti: è Dario, il salvatore, che offre un riparo, un ristoro e un mezzo per ritornare al campo base e per non fare che questa incredibile avventura non potesse finire sugli annuari delle corse che diventano LEGGENDA
JAMBA - LUMI - MAURONE - SOXJ |
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